Amiamo i nostri figli con tutto il cuore, ma a volte, ammettiamolo, hanno degli atteggiamenti che danno ai nervi. Lo notiamo appena crescono e iniziano ad affermare la loro personalità, dai famigerati “terribili due”
Ma c’è un aspetto positivo: sette di questi comportamenti, molto diffusi tra i piccoli, sono importanti per lo sviluppo emotivo e anche per l’apprendimento.
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Sporcarsi di cibo
Quante volte vediamo i nostri figli completamente sporchi di cibo: cioccolata su tutta la faccia, yogurt rappreso tra i capelli, e macchie varie sui vestiti. Bene: tutto questo li aiuta ad imparare. Uno studio pubblicato lo scorso anno su Developmental Science dice come schiacciare la farina tra le mani o spalmare un po’ ovunque la marmellata possa essere molto educativo per i piccoli sotto i tre anni. I ricercatori hanno osservato oltre 70 bambini e hanno scoperto che quelli più caotici con il cibo erano in grado di imparare le parole associate a quegli alimenti più velocemente e con maggiore precisione. Ovvero: quel cioccolato che cola sul mento e quello yogurt tra i capelli era tutto nel nome dell’apprendimento!
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Leggere lo stesso libro più e più volte. O cantare la stessa canzone, o giocare allo stesso gioco.
Noi genitori non ne possiamo più di quella favola, o di quella ninna nanna cantata ogni santa sera. Ma la ripetizione è molto utile allo sviluppo del linguaggio dei piccoli: ascoltare ripetutamente le stesse parole e frasi aiuta a consolidarle nel loro crescente vocabolario. In più, per i bambini è rassicurante e dà gioia sapere cosa succederà.
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Rispondere “no” ad ogni singola domanda.
Fai colazione, per favore? “No.” Andiamo a cambiare il pannolino. “No.” Ti piacerebbe indossare la camicia blu o la camicia rossa? “No.” È piuttosto comune per i bambini abusare della parola “No”, e può essere seriamente frustrante per i genitori. Ma dietro a quella continua sfida, c’è un bambino che sta sviluppando la propria personalità. Un viaggio alla scoperta di sé che a volte implica la consapevolezza che i propri bisogni e desideri a volte confliggono con quelli di mamma, papà o caregiver in generale. Quel “no”, insomma, è sintomo che tuo figlio sta sviluppando la propria indipendenza e un sano concetto di sé.
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Ti si appiccica addosso.
Quante volte capita? Sei di fretta, ma tuo figlio proprio non vuole saperne di restare alla scuola materna e ti si appiccica alla gamba. Oppure, ad un evento pensato per i piccoli, non si stacca da te. È irritante, soprattutto quando pensavi di avere mezz’ora di respiro. Ma l’altra faccia della medaglia è consolante: un bambino che si aggrappa alla mamma o al papà è un bambino che si sente al sicuro con loro, il che è un’ottima cosa. Inoltre, quella presa stretta intorno al collo è il tuo bambino che impara come comunicare a te che si sente a disagio in una situazione, che ti apre la porta per offrire la rassicurazione di cui ha bisogno, il che a sua volta lo renderà meno appiccicoso la prossima volta.
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Scoppi d’ira.
Gli scoppi d’ira sono probabilmente il comportamento più fastidioso del bambino, forse perché tendono ad accadere nei negozi, a casa di un amico o alla fine di una lunga giornata, insomma: praticamente in qualsiasi momento e ovunque tu non abbia voglia di affrontarli.
Ma se riesci a metterti in relazione con tuo figlio, c’è un lato positivo anche in questi crolli. Reprimere rabbia e frustrazione non va bene per nessuno, inclusi i bambini piccoli. Il tuo bambino è nella fase iniziale di un viaggio su cui siamo tutti impegnati: apprendere come affrontare le emozioni difficili invece di reprimerle. Non vuol dire che i genitori debbano cedere alle urla, ai calci e all’agitazione, ma che devono mantenere la calma, capire il motivo per cui tuo figlio sta dando in escandescenze e cercare di fargli capire come gestire queste emozioni in modo costruttivo.
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Non sta fermo.
I bambini, si dice, hanno “l’argento vivo addosso”. Si muovono in continuazione, sorpattutto quando vorremmo che stessero fermi o che si rilassassero (ad esempio quando si avvicina il momento di andare a letto). Il loro desiderio naturale di movimento, però, potrebbe mantenerli più sani per tutta la vita. In uno studio del 2005 pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori della Mayo Clinic hanno identificato una connessione tra l’irrequietezza e il peso sulla bilancia. I bambini che avevano problemi a stare seduti tendessero a pesare meno di quelli che erano più tranquilli. Ecco quindi che chi è più “attivo” da piccolo non avrà difficoltà a mantenere un peso corporeo più sano per il resto della vita.
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Gingillarsi.
Un grande classico: in ritardo per la scuola, e il bambino si guarda intorno e si mette a giocherellare invece che uscire dalla porta. Certo, sappiamo che non sono ancora in grado di leggere l’orologio o di comprendere il concetto di tempo, però è davvero frustrante per noi adulti, che invece siamo sempre di corsa. Pensiamo però che rallentare un po’ fa bene a noi e anche al resto della famiglia. IN un mondo dove tutti corriamo in continuazione, e di conseguenza siamo sempre stressati, un bambino che gironzola per casa parlando con l’amico immaginario invece di mettersi le scarpe a volte può aiutare a vedere le cose da un’altra prospettiva. Ha bisogno di rallentare, e ne avete bisogno anche voi.
Insomma: i più piccoli possono farci impazzire, ma spesso è una buona cosa perché ciò che ci infastidisce è parte integrante del loro sviluppo mentale ed emotivo. E voi? Cosa vi dà fastidio delle “cose da bambino” che fa vostro figlio?